Cari amici e amiche, mi appresto ad entrare nel silenzio digitale quaresimale, preavvisandovi che durante il Tempo di Quaresima le pubblicazioni sui social networks saranno sospese, mentre rimarrà attivo il sito del Sinodo Digitale per tutti coloro che desidereranno scrivere nel Gruppo sinodale così come nei forums tematici ivi contenuti.
Desidero condividere con voi un primo bilancio dell’ascolto sinodale che è stato compiuto nei 4 incontri svoltisi nei mesi di gennaio e febbraio 2022.
Il primo incontro dedicato all’ascolto dei cristiani omosessuali e comunità lgbtq+ mi ha donato l’esperienza di essere accolta all’interno di una sinergia di ascolto ecclesiale da parte di persone che non hanno atteso di essere riconosciute dalla chiesa gerarchica come non peccatrici per mettersi in relazione con Dio e sentirsi amate, ma hanno creato e avviato percorsi ecclesiali che mettono al centro la Parola di Dio a partire dall’esperienza di valore del sentirsi amate da Dio e dai fratelli e sorelle con i quali sono in relazione.
Dunque, se avviare un ascolto sinodale verso altri fratelli e sorelle poteva farmi pensare che io avrei ascoltato loro e li avrei fatti sentire accolti per la sola prospettiva autoreferenziale di aver ideato ed organizzato l’incontro, sono stata smentita dalla capacità dei cristiani omosessuali lgbtq+ di farmi accogliermi e farmi sentire accolta ed ascoltata.
Dunque, li ringrazio (in particolare il Progetto Gionata) e non dubito che decenni di marginalità e discriminazione fondata su testi biblici da parte di certa dottrina e catechesi cattolica li abbia tanto feriti da renderli in grado di accogliere empaticamente non solo me, ma anche ogni persona che abbia sperimentato forme di emarginazione e discriminazione.
Il secondo incontro di ascolto sinodale è stato dedicato all’ascolto delle vittime di abusi nella Chiesa, in particolare le donne consacrate che hanno donato la propria testimonianza al giornalista vaticanista Salvatore Cernuzio, autore del libro “Il velo del silenzio”.
Il percorso di testimonianze raccontato da Salvatore Cernuzio disegna un filo rosso di sofferenza delle donne nella Chiesa, e della donna consacrata in particolare, nelle dinamiche della formazione alla vita religiosa, nella vita comunitaria e nelle forme di clericalismo femminile e maschile ancora molto presenti nella vita consacrata.
Conoscere direttamente e indirettamente le vittime che hanno donato la propria testimonianza, oltre alle vittime da me già conosciute per motivi professionali in altri contesti, mi ha sempre posta di fronte a persone, che nonostante gli abusi subiti e le ferite che porteranno per tutta la vita, continuano a mettersi in relazione con Dio non venendo meno alla fedeltà di quella Parola che le ha interpellate affettivamente ed esistenzialmente.
In questo secondo incontro non ho voluto intenzionalmente approfondire il tema degli abusi clericali su minori vista la sovrapposizione del dibattito relativo alla richiesta di costituzione di una commissione indipendente alla Chiesa italiana e le rispettive reazioni indirette di risposta a tale richiesta formalizzatasi già il 12 ottobre 2021 grazie all’appello della sociologa e Presidente dell’Associazione “Donne per la Chiesa”, Paola Lazzarini, tramite un sondaggio lanciato su https://www.change.org/p/vogliamo-una-commissione-indipendente-che-indaghi-sugli-abusi-nella-chiesa-italiana?recruiter=39965527&utm_source=share_petition&utm_medium=twitter&utm_campaign=share_petition&recruited_by_id=3cc47060-4dd3-0130-be25-3c764e048845 e la successiva costituzione del Coordinamento anti-abusi nella Chiesa italiana tra Donne per la Chiesa, Rete L’Abuso, Adista e Left il 15 febbraio 2022.
Segnalo, comunque, il Data Base che il giornale Left ha creato per rendere noti con trasparenza i dati e i numeri degli abusi su minori attualmente emersi in Italia e che invita all’emersione graduale per tutti/e coloro che vorranno trasmettere le proprie denunce e segnalazioni ai referenti del Data Base creato a questo link: https://chiesaepedofilia.left.it/larchivio/.
Il terzo incontro di ascolto sinodale è stato dedicato alle Donne nella Chiesa, sulle quali abbiamo potuto confrontarci con Paola Lazzarini in veste di Presidente dell’Associazione “Donne per la Chiesa”.
Ci siamo poste domande importanti sulla condizione della donna nella Chiesa, in particolare quale immagine ha la donna di se stessa nella Chiesa cattolica attuale e quale immagine, invece, le viene attribuita prevalentemente dal clero maschile e da una certa tradizione devozionale e stereotipata della donna ad imitazione della Vergine Maria.
Chiedersi quali spazi di espressività ha la donna, anche consacrata, nella Chiesa ci ha poste di fronte ad un cammino ancora molto arduo, soprattutto nell’ambito della morale sessuale, dell’autodeterminazione della donna sul proprio corpo al fine di affrancare quest’ultimo da una strumentalizzazione politica e religiosa che umilia la donna in quanto tale e la vita che si vorrebbe tutelare.
L’ultimo incontro di ascolto sinodale è stato dedicato alle persone consacrate grazie alla presenza del missionario comboniano e formatore p. Stefano Giudici, con il quale abbiamo proposto un percorso di riflessione sul rapporto tra sinodalità e vita consacrata.
E’ apparso evidente dal confronto avuto con p. Stefano e dai successivi interventi dei e delle partecipanti quanto l’ascolto della presenza di Dio nella propria persona debba essere al primo posto e al centro della formazione della persona consacrata quale consapevolezza della propria storia, della propria affettività, delle proprie emozioni, dei propri limiti attraverso i quali Dio parla e guida verso i fratelli e sorelle con cui si tenta di camminare insieme secondo le forme di vita previste nei propri Ordini e Congregazioni religiosi.
Questi livelli di ascolto sono apparsi necessari, affinchè la persona consacrata possa coltivare la propria relazione con Dio non solo per se stessa, ma anche per i fratelli e sorelle che nel Popolo di Dio rappresentano la principale compagnia relazionale ed evangelica; solo così anche la persona consacrata potrà ascoltare ed essere ascoltata dal Popolo di Dio, essere accolta per accogliere, essere disponibile ad essere evangelizzata per evangelizzare ed assumere quel “passo” della comunità che permette di camminare insieme.
Da ultimo questi passi di sinodalità per la vita della persona consacrata sono stati calati nella dimensione di collaborazione ed ascolto della Chiesa istituzionale e del suo magistero, oltre all’ascolto della Creazione nella quale viviamo e che fa emergere l’esigenza di ascoltare il grido che sale dalla Madre Terra.
Il bilancio complessivo di questi 4 incontri posso sintetizzarlo con queste le parole desumibili dal Discorso di apertura del Sinodo universale tenuto dal Santo Padre Francesco il 9 ottobre 2021: la sinodalità parte dall’ascolto delle persone ferite.
Se questi incontri di ascolto hanno voluto dare voce alle persone che nei diversi stati e condizioni di vita hanno manifestato il desiderio di essere ascoltate, è emerso quanto sia necessario fare esperienza sinodale proprio a partire dall’ascolto delle persone ferite o in difficoltà a vivere nella Chiesa.
Credo, infatti, che se vi è un ascolto prioritario nella Chiesa convocata in Sinodo nelle persone dei Vescovi, senz’altro prioritario è quello di tutte le persone che vivono forme di sofferenza strettamente legate alla situazione ecclesiale e al proprio specifico stato di vita.
La Chiesa istituzionale potrà raccogliere gli esiti delle sintesi sinodali inviate dalle Chiese locali ed avviare la procedura nel senso più formale del confronto consultivo tra Vescovi, ma se Sinodo è un camminare insieme che presuppone un ascolto del Popolo di Dio, non quale informe entità, ma come specifico volto di donne e uomini che hanno da raccontare la propria sofferenza alla Chiesa, la Chiesa stessa non potrà risultare credibile se non dedicando se stessa all’ascolto delle vittime di abusi sessuali da parte del clero, delle persone consacrate ed in particolare delle donne che hanno subito e stanno subendo abusi clericali nella vita religiosa, dei cristiani omosessuali lgbtq+ discriminati a causa della manipolatoria interpretazione dei testi biblici, delle donne che continuano a vivere una condizione ecclesiale di minorità nella Chiesa in termini di rappresentanza, ministerialità e potere a livello di governo ecclesiastico.
Pertanto ed in conclusione, ritengo che il Sinodo, sia universale che italiano, non possa approdare ad alcun esito credibile ed al contempo riformatore in senso pneumatologico nella Chiesa, se non ascolterà la Verità che passa attraverso la carne delle vittime di qualunque forma di abuso, ingiustizia e discriminazione nella Chiesa, in quanto Gesù stesso ha indicato come priorità l’ascolto e la cura degli Anawim, ossia dei soggetti più feriti e resi “deboli”, affinchè, come ha affermato Papa Francesco, la Chiesa non si separi dalla vita, ma si faccia carico delle fragilità e delle povertà del nostro tempo, curando le ferite e risanando i cuori affranti con il balsamo di Dio, il cui stile è quello della vicinanza, della compassione e della tenerezza.
Buon cammino di Quaresima!
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