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L'ascolto delle persone consacrate nella Chiesa.

Aggiornamento: 18 apr 2022


Il 25 febbraio 2022 si è svolto l'incontro di ascolto sinodale delle persone consacrate nella Chiesa su TwitterSpace di @SpazioSinodale grazie all'intervento di p.Stefano Giudici, missionario comboniano e formatore. La traccia dell'incontro ha avuto questi punti di riflessione: A) L'ascolto di Dio (preghiera personale e comunitaria, discernimento personale e comunitario, etc.): Dall'ascolto di p. Stefano è emerso quanto la preghiera comunitaria sia importante nella vita quotidiana del suo ordine religioso, mentre nelle parrocchie prevale una preghiera di tipo devozionale. In alcune circostanze è emersa l'esigenza di anteporre la preghiera personale alla preghiera comunitaria per le priorità apostoliche missionarie. Al contrario nella vita monastica si tende ad anteporre la preghiera corale e comunitaria alla preghiera personale. L'affermazione più profonda è stata quella che ha fatto emergere l'esigenza di coltivare la relazione con Gesù non solo per sè o per la comunità, ma anche per gli altri. B) L'ascolto di sé è la seconda dimensione di ascolto per i/le consacrati/e quale consapevolezza della propria persona. Infatti, la persona è prima mediazione di sé e Dio parla attraverso tutta la persona in quanto tale, attraverso la sua corporeità, la dimensione psichica, affettiva, etc... Pertanto, è necessaria introspezione personale per farsi carico di sé stessi/e; se si incentra questa consapevolezza sulla sola speranza che sia la comunità ad essere sostegno, si annulla la personalità in quanto tale e l’individualità si diluisce e si annulla nel gruppo (cfr. il parlare al NOI anche se non si rappresenta il gruppo in sé e/o in ogni momento o non esprimersi a titolo personale oppure tendenza a rappresentare la comunità come perfetta e in un NOI dove “nascondersi”). C) L'ascolto di confratelli e consorelle è la terza dimensione di ascolto necessario tra persone consacrate, affinchè la preghiera non sia mera compresenza tra persone che pronunciano formule in automatico. Nella vita religiosa sono presenti momenti comunitari di condivisione ed è importante imparare a "fare insieme" ed apprendere il “passo” della comunità, che è un cammino più lento, ma più arricchente se ciascuno/a dà quello che può dare. È necessario valorizzare la corresponsabilità dei membri in comunità e avere una meta, una direzione condivisa, una missione comune nel quotidiano e fra i “lontani”. È altrettanto necessario sostenersi in questa “visione” che va dal particolare all’universale e ritorna al particolare della vita quotidiana. È emerso quanto sia fondamentale la fraternità e la sororita' tra fratelli e sorelle, con le persone che si conoscono e si incontrano, con cui si lavora e si collabora. Per la persona consacrata è importante creare e vivere rapporti sinceri, benevolenti, che colgono il bene e fanno presente le cose che non vanno. Infatti, la vita fraterna in comunità quando è autentica è impegnativa, ma testimonia che è possibile volere bene con il cuore di Dio. D) L'ascolto del Popolo di Dio e di coloro con cui si collabora, lavora, a cui si dà aiuto è la quarta dimensione di ascolto su cui si è riflettuto. Nella vita consacrata è importante l'ospitalità. Infatti camminare insieme è dare ospitalità e offrire promozione umana a chi è più povero. In altri termini l’accoglienza è la casa "aperta a tutti", in particolare ai poveri per fare spazio, per dare e donare agli altri tempo con semplicità, per lasciarsi "scomodare", andando a trovare le persone dove sono e farsi accogliere. Vita consacrata significa portare il Vangelo con la vita e lasciarsi evangelizzare dalle persone, tenendo aperto lo sguardo e il cuore al soffio dello Spirito. Durante l'incontro è emersa l'importanza della formazione intellettuale e teologica della persona consacrata al fine di comprendere l’oggi alla luce della fede, l’amore per l’umano, la cultura, l’arte, la natura. E) L'ascolto della Chiesa è la quinta dimensione di ascolto nella vita della persona consacrata, tramite le mediazioni preposte nell’Ordine religioso e nella collaborazione con i Vescovi, oltre all’ascolto del Popolo di Dio. P. Stefano ha osservato quanto la presenza delle persone consacrate nella Chiesa appaia forse ancorato al ruolo di voti religiosi sacralizzanti che li pone dunque in ruolo docente e non servente rispetto al Popolo di Dio. Il rapporto tra obbedienza ed esercizio dell’Autorità in Africa appare legato al modello di Vescovo "capo incontestato e incontestabile" come fosse una sorta di capo tribù. In Africa il rapporto della comunità religiosa è prevalentemente con le parrocchie, salvo le attività minori come le scuole, le università e i centri di spiritualità. La formazione alla vita religiosa e alla vita cristiana in Africa è legata all’apprendimento mnemonico del Catechismo che influenza la successiva elaborazione della preghiera personale e comunitaria. La Chiesa africana appare ancora impostata su modello europeo importato da missionari e ancora non ha autonomia spirituale, anche se la rivendica a livello gerarchico ed economico. D) L'ultima dimensione di ascolto rilevante nella vita della persona consacrata è l'ascolto del Creato, che nell'impegno dei comboniani ha avuto la concretezza di lottare per la chiusura discarica di Nairobi. Le reazioni di condivisione emerse durante l'inverno sinodale sono state molto empatiche e intense. Una monaca ha raccontato la propria esperienza in comunità non gerarchizzata e l'impegno di preghiera. Come monaca chiede a sua volta di pregare per lei e per la comunità a coloro che le affidano intenzioni di preghiera. Una suora di vita apostolica ha condiviso la necessità di lasciarsi accogliere ed evangelizzare dalle persone. Infine, è emerso quanto servirebbe una certa “leggerezza” di struttura istituzionale e un governo non irrigidito per stare in ascolto dello spirito e seguire i suoi moti. Vi è la necessità di nuovi modelli formativi alla vita religiosa improntati sulla consapevolezza di sè per prendere coscienza della presenza di Dio nella propria vita e storia.




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