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Il Sinodo è una grande domanda di senso che lo Spirito di Dio pone alla Sua Chiesa?


Cari amici,

il silenzio digitale del tempo di Avvento mi ha permesso di pregare e meditare più intensamente la Parola di Dio, di studiare e partecipare al corso dell’Università Gregoriana sulla sinodalità, oltre che di confrontarmi con persone a me care di riprovata esperienza spirituale ed ecclesiale e sono giunta ad alcune conclusioni sulla partecipazione sinodale che vorrei vivere.


Oggi contempliamo Gesù nel tempio che ascolta ed interroga i sacerdoti nel tempio e non ho potuto non sedermi accanto a Lui per ascoltare la Chiesa istituzionale di oggi, i “sacerdoti” e i dottori della legge del tempio di oggi.


Questo ascolto è connaturale alla mia dimensione di battezzata che fa parte di quel Popolo di Dio che da almeno un millennio non vive la sinodalità e che è stato chiamato ad ascoltare coloro che rappresentano la Chiesa a livello istituzionale.


Nonostante il silenzio del Popolo di Dio duri da un millennio in termini di sinodalità, la voce dello Spirito non ha smesso di manifestarsi e solo oggi ho compreso che forse il Sinodo è una grande domanda di SENSO che lo Spirito di Dio pone alla Sua Chiesa e non solo.


E’ la stessa domanda di senso che Gesù adolescente aveva maturato nel suo cuore e nella sua mente fino a rimanere a Gerusalemme per cercare risposte utili al proprio cammino di autocoscienza, oltre che per porre interrogativi a coloro che interpretavano la Torah.


Dunque, oggi ho desiderio di porre questa domanda di senso con Gesù alla Chiesa istituzionale, che è una domanda formata da più interrogativi:

- La Chiesa oggi è un luogo o un’esperienza che permette di incontrare Dio?

- Quale immagine di Dio e di Gesù trasmette la Chiesa?

- Quale immagine di Chiesa essa trasmette di se stessa?


Dai confronti diretti avuti in queste settimane ho colto quanto la condizione della più parte delle chiese locali italiane sia immobile e ripiegata su se stessa, chiese non realmente coinvolte nel cammino sinodale, né stimolate a farlo da parte di chi ne avrebbe la responsabilità.


Ho colto anche il rischio di quanto il clericalismo imperante in Italia non sia solo il frutto di un cattivo uso del potere e di un’errata concezione di governo della Chiesa, bensì frutto di un consenso esteso e trasversale nel clero e nei laici che permette di rafforzarlo ogni giorno di più.


Si sta contestualmente formando una sorta di sinodalità clericale o di clericalismo sinodale intellettualmente molto strutturato e difficile da contrastare senza adeguata preparazione, in quanto esso è alimentato da clero e laici che apparentemente e “a parole” combattono il clericalismo per assicurarsi visibilità sui social media ed al contempo elaborano e suggeriscono esperienze di sinodalità confermative dello status quo, ossia che il Popolo di

Dio non sarebbe in grado di esprimere ciò che pensa, anche se consultato, e che in ogni caso, anche se esso fosse in grado di farlo, verrebbe comunque marginalizzato tramite quei poteri decisionali che convergerebbero sul mantenimento dello stato attuale sotto pretesto di continuità con la Tradizione.


Un altro effetto molto pericoloso di questo clericalismo sinodale (prevalentemente maschile, ma anche in parte femminile) è il potenziale di frustrazione che esso genera in chi sta cercando di impegnarsi quotidianamente nella preghiera, nella riflessione, nel confronto, nel servizio più strettamente ecclesiale e parrocchiale.


La frustrazione latente sta privando di motivazione coloro che desidererebbero impegnarsi nel Sinodo, in quanto è proprio la perdita di senso che essi maturano nell’impegnarsi ad animare una liturgia, nel dialogare con i presbiteri, nell’organizzare gruppi di preghiera, nell’ascoltare quotidianamente persone non praticanti.


La domanda più frequente che ascolto è: “Che senso ha ciò che io sono e faccio nella Chiesa in questo tempo sinodale? Che senso ha il mio essere uomo e donna nella Chiesa? “ e tale domanda sembra infrangersi su un muro invalicabile, ossia la concentrazione di potere nella mani del clero.


In realtà, tale concentrazione di potere è già condizione che ci pone al di fuori della Tradizione della Chiesa e come parte del Popolo di Dio ed in forza del mio Battesimo sono tenuta a porre la mia domanda di senso alla Chiesa di oggi (cfr. Hervè Legrand, La Chiesa trasformata dal Popolo, 2021, p. 117, Ed. Paoline).


Pertanto, voglio proprio ribaltare il metodo pseudo sinodale che avanza, cioè quello di attendere a ricevere domande, questionari e interrogativi dalle diocesi che già suggeriscono le risposte al Popolo di Dio.


Nonostante io stessa fossi vittima della stessa frustrazione e perdita di senso di cui ho scritto poco sopra, sono stata incoraggiata a continuare il Sinodo digitale e dunque credo che questa esperienza possa veramente assumere un SENSO se il Popolo di Dio pone domande ed interroga la Chiesa istituzionale come presupposto della propria disponibilità a partecipare al Sinodo.


Pertanto, quali sono le vostre domande di senso alla Chiesa di oggi con Gesù al tempio?

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1 Comment


francescopezzano
francescopezzano
Dec 27, 2021

Quanto è accolta la partecipazione nella Chiesa di oggi?

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